Il report Life at Home di Ikea pone l'accento sull'abitare e sul ritorno alla dimensione domestica
Avete mai sperimentato il senso concreto dell’espressione “sentirsi a casa”? La vostra dimora, quella avete scelto tra tante e della quale avete curato ogni dettaglio, vi rispecchia e vi appartiene realmente? Questo e molto altro è emerso dall’edizione 2020 del Life at Home di Ikea, la più grande ricerca internazionale condotta da IKEA sulla vita in casa, che ha coinvolto 37 paesi e oltre 38.000 persone. L'emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Covid-19, tra lockdown e coprifuoco, ci ha portato a riflettere nuovamente su pregi e difetti delle nostre case conducendoci inevitabilmente ad una rivalutazione profonda del senso dell'abitare contemporaneo. In un mondo divenuto improvvisamente ostile all’esterno e alla socialità, la casa si è rivelata un rifugio sicuro, un vero e proprio “santuario”, in cui sentirsi sicuri e protetti. Oltre a rimodellare la propria vita quotidiana tra gli spazi del proprio appartamento, passando semplicemente da una stanza all’altra, si è anche ripensato il ruolo stesso della casa nel rapporto con le persone con cui la condividiamo e con gli spazi che la definiscono. Secondo quanto rivela il report, per gli italiani è stato ugualmente importante avere più tempo per stare con la propria famiglia (44%) e ritagliarsi tempo per se stessi (44%), come a sottolineare l’esigenza di trovare la propria individualità anche all’interno di spazi condivisi. Tra le attività che gli italiani hanno svolto con maggior piacere ci sono state la lettura per il 36% degli intervistati, cucinare per il 45% e stare a tavola con la famiglia per il 36%.
L'esperienza del lockdown ci ha profondamente cambiati, basti pensare alla rivoluzione operata dallo smartworking - pratica sostanzialment sconosciuta in Italia - che in pochi mesi h stravolto il concetto tradizionale di ufficio o al desiderio di vivere "en plein air" tutto l'anno. Secondo le evidenze emerse dal report, l'abitazione del futuro dovrà prevedere spazi multifunzionali per rispondere alle esigenze dei loro abitanti e a una nuova routine quotidiana. In secondo luogo, non si limiterà a soddiafare bisogni materiali ma dovrà anche essere in grado di supportare il nostro benessere fisico e mentale cercando di colmare la differenza tra abitare funzionale e abitare sentimentale. In quest'ottica si tenderà a prediligere grandi finestre, giardini comuni, balconi e terrazzi: verrà così valorizzata l'illuminazione naturale e la componente green degli spazi tra indoor e outdoor. Sempre restando ai dati emersi dal report per "l'83% degli intaliani la casa ha rappresentato un vero e proprio santuario", in uno slancio di rinnovato interesse verso oggetti d'uso comune, comfort e spazi fino a qualche tempo fa del tutto trascurati se non totalmente ignorati. In domani non così lontano la dimensione domestica rappresenterà il luogo in cui dare sfogo a passioni ed interessi lungo un confine sempre più sottile tra intimità e socialità.