A risentire maggiormente delle preoccupazioni del mercato sono i tassi fissi
Il recente conflitto scoppiato in Ucraina e l’inflazione in aumento stanno avendo delle ripercussioni anche nel settore immobiliare, influenzando i tassi d’interesse sui mutui. Secondo un recente studio realizzato dal Codacons a pagare il prezzo più alto saranno proprio i giovani. I dati sono emersi dal confronto tra i tassi applicati dalle banche nel periodo pre-conflitto e quelli attuali.
A quanto ammonta l’aumento?
Il quadro che emerge si differenzia a seconda che si tratti di tasso fisso o variabile. Mentre infatti il tasso di riferimento dei mutui variabili, l’Euribor, è rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi quattro mesi, l’Eurirs, riferimento per i mutui a tasso fisso, è passato da gennaio ad aprile da uno 0.60 circa a un 1,70 circa per i prestiti a 20 anni per fare un esempio. Coloro che oggi richiedono un mutuo a tasso fisso per l’acquisto di una casa potrà avere mezzo punto percentuale in più di interessi da pagare rispetto all’inizio dell’anno, con una spesa finale che, secondo Codacons, può ammontare anche a 9 mila euro annui.
Quanto si dovrà pagare in più?
Secondo un esempio di calcolo rilevato dal Codacons su una richiesta di mutuo da 100.000 euro per l'acquisto di una prima casa e tre diverse durate del prestito (20, 25 e 30 anni), il rialzo dei tassi costa oggi fino a +24,5 euro su ogni singola rata mensile rispetto allo stesso finanziamento richiesto a gennaio. Ad essere maggiormente colpiti sono i mutui trentennali a tasso fisso, per i quali l’incremento complessivo sfiora ora, come si diceva, i 9 mila euro (8.812 euro) rispetto allo stesso tipo di finanziamento chiesto quattro mesi fa. Un aumento che colpisce in maniera più diretta i giovani in genere portati a richiedere prestiti di durata maggiore.