A Tivoli, tra cascate, miti e ingegno rinascimentale, sorge una delle dimore più straordinarie d’Italia: un capolavoro d’acqua, arte e armonia che continua a incantare il mondo.
A Tivoli, a pochi chilometri da Roma, si trova una delle residenze più affascinanti e celebrate del Rinascimento italiano: Villa d’Este. Patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 2001, è considerata un capolavoro assoluto dell’architettura e dell’ingegneria idraulica del XVI secolo. Le sue fontane, i suoi giardini e i suoi giochi d’acqua hanno ispirato artisti, poeti e architetti di tutto il mondo, diventando un simbolo di bellezza senza tempo.
Villa d’Este nacque dal sogno ambizioso del cardinale Ippolito II d’Este, figlio di Lucrezia Borgia e governatore di Tivoli, che desiderava una dimora capace di rivaleggiare con le più sontuose corti europee. Tra il 1550 e il 1572, con l’aiuto dell’architetto Pirro Ligorio e del geniale ingegnere idraulico Luc Leclerc, trasformò un antico convento benedettino in una reggia immersa nella natura.
Il progetto non fu solo architettonico, ma anche simbolico: ogni fontana, scultura o terrazza rappresentava un richiamo al mito, alla musica, alla filosofia classica e al potere divino dell’acqua, elemento centrale nella cultura rinascimentale.
Il cuore di Villa d’Este è il suo giardino all’italiana, disposto su terrazze scenografiche che scendono lungo il pendio tiburtino.
L’acqua, proveniente dal fiume Aniene, scorre in un percorso segreto di canalizzazioni e condotti sotterranei, azionando oltre cinquecento fontane senza l’uso di pompe meccaniche — un prodigio di ingegneria ancora oggi funzionante.
Tra le più celebri:
La Fontana dell’Ovato, con la sua cascata scenografica incastonata in una nicchia di pietra.
La Fontana dei Draghi, dedicata a Ercole, eroe mitologico della forza e del coraggio.
La Rometta, una piccola Roma in miniatura che celebra la grandezza dell’impero.
La Fontana dell’Organo, che grazie a un complesso sistema idraulico produceva musica: una delle prime “macchine sonore” della storia.
Nei secoli successivi, Villa d’Este divenne una meta obbligata del Grand Tour, affascinando viaggiatori, artisti e letterati: da Goethe a Franz Liszt, che vi compose alcuni dei suoi brani più ispirati.
Oggi, passeggiare tra i suoi viali ombrosi significa immergersi in un luogo sospeso tra arte e natura, dove ogni zampillo d’acqua racconta una storia e ogni prospettiva svela una perfezione matematica.